| “Nulla  di nuovo sotto il sole: il formaggio è una scoperta e non un’invenzione”.  Martedì 19 di giugno Carlo Fiori Guffanti, titolare della Guffanti formaggi di  Arona, ha fatto scoprire a Gattico la storia della produzione casearia. La  nostra associazione, seguendo i dettami dello statuto, ha proposto una serata  gastronomica per scoprire come il formaggio, elemento quotidiano della nostra  tavola, sia il frutto di un’arte tramandataci fin dalla notte dei tempi. La  serata è stata realizzata in collaborazione con la ditta “Guffanti Fiori  formaggi” di Arona che produce formaggi sin dalla fine del 1800, quando il  fondatore Luigi Guffanti iniziò a stagionare il gorgonzola e gli esperti del  settore riconoscono la geniale intuizione dell’acquisto di una miniera in Val  Ganna, provincia di Varese. Là sotto a temperatura e umidità costante, tutto  l’anno, il formaggio maturava talmente bene che la ditta non tardò a  conquistare il mercato. L’esperienza accumulata venne via via trasferita alle  tome degli alpeggi ossolani, al parmigiano reggiano e alla varie tipologie di  formaggi nazionali ed esteri in produzione.  Ci ha intrattenuti colui che  ereditò il compito di “traghettare” la ditta verso il futuro in modo dignitoso,  ma ben presto si accorse che questo mondo dava grandi soddisfazioni, tanto da farlo  diventare l’affinatore che tutto il mondo conosce. Giornali, riviste  specializzate ed emittenti televisive in riferimento al suo nome accostano il  detto “a buon intenditor poche parole”, perché per gli appassionati di  formaggio il Guffanti è il Guffanti e come per chi si intende di francobolli il  Bolaffi è il Bolaffi. Formaggio come scoperta degli uomini, e non come  invenzione. E’ il nocciolo dell’intervento di Carlo Fiori. Ma i partecipanti  alla serata hanno scoperto anche che il caglio, nell’età della pietra, è nato  per caso grazie all’utilizzo, per il trasporto, nello stomaco di un animale.  Che il vocabolo “formaggio” deriva dal latino “casear”, come uno dei più grandi  imperatori di Roma, Giulio Cesare, che conquistò il mondo anche grazie al  formaggio che non mancava mai nelle sacche delle sue truppe. Ma oltre al  racconto, le immagini. Infatti sono state proiettate anche diapositive  esplicative dei procedimenti di produzione, che hanno cercato di far  comprendere ai convenuti in quale modo da latte, caglio e sale possano nascere  oltre quattrocento qualità diverse di formaggio, come ha stabilito una recente  ricerca. Dopo l’attenta analisi esposta dall’orgoglioso produttore, si è passati  all’aspetto più godereccio della serata, la degustazione con l’assaggio di  quattro tipi diversi di formaggio: una toma antigoriana (prodotto tipicamente  invernale), un salva cremasco (prodotto autunnale, parente stretto del  quartirolo), un pecorino sardo e un piacintinu (pecorino siciliano di Enna aromatizzato  con zafferano e pepe), il più apprezzato della serata. Ritengo che l’appuntamento  sia stato un successo, grazie a tutti i collaboratori dell’associazione,  all’impareggiabile dottor Fiori e a tutti i partecipanti. La nostra  Associazione non vuole e non deve essere un banale doppione di altre realtà già  esistenti sul territorio ma, senza falsa modestia deve continuare ad essere  promotrice di novità culturali, artistiche e gastronomiche, come in questo  caso, che arricchiranno il nostro bagaglio di esperienza e il nostro spirito,  rafforzando la nostra personalità. Questo successo ci stimola a proporre altre  nuove iniziative enogastronomiche, ma le scoprirete e le gusterete solo  seguendoci |